Il covid-19 ci ha colti impreparati e si è diffuso in maniera repentina non solo in Italia, ma nel mondo intero.
La lotta è ancora dura perché il vaccino per sconfiggere la pandemia coronavirus potrebbe arrivare tra alcuni mesi o addirittura un anno.
Per il momento si punta alla prevenzione per far sì che il contagio si plachi e alla cura dei malati attualmente dichiarati. In entrambi i casi si cerca di seguire comportamenti e terapie già utilizzati per altri tipi di patologie.
Pandemia coronavirus: l’importanza della prevenzione
La pandemia coronavirus è scoppiata anche grazie alla forte trasmissibilità del virus, per cui diventa fondamentale la prevenzione, che avviene sostanzialmente in due modi:
- Rimanendo a casa come indicato dai decreti governativi, utilizzando mascherine e guanti se bisogna uscire, curando l’igiene personale, rispettando la distanza di sicurezza
- Sostenendo il proprio sistema immunitario. Le persone con difese basse, infatti, sono a più alto rischio se colpite da coronavirus. Per questo il prof. Montagnier, Premio Nobel per la medicina nel 2008 per la scoperta del virus Hiv, promuove l’utilizzo di antiossidanti specifici, come il glutatione, che migliora le difese immunitarie giocando un ruolo chiave nella prevenzione del contagio da coronavirus.
L’integratore alimentare ProNubio, ad esempio, nato per supportare il naturale concepimento, è particolarmente indicato in questo caso perché favorisce la sintesi del glutatione, garantendo importanti benefici al sistema immunitario
Pandemia coronavirus: i farmaci per la cura
Quali terapie per ridurre i numeri della pandemia coronavirus? Come si può immaginare, la sperimentazione è in costante crescita, con risultati anche positivi.
Tocilizumab. Farmaco anti-artrite reumatoide utilizzato all’ospedale Cotugno di Napoli per il trattamento della polmonite interstiziale da covid-19. Si tratta di un farmaco che non agisce sul virus, ma sugli effetti polmonari che questo genera, molto spesso fatali per i pazienti colpiti.
Il tocilizumab, infatti, riduce l’azione eccessiva e controproducente che il sistema immunitario mette in campo per difendersi dal virus e che provoca l’infiammazione degli alveoli polmonari.
Ha dato esiti promettenti, anche se si aspettano ulteriori conferme in merito; nel frattempo la sperimentazione è partita anche in altri ospedali italiani.
Plaquenil. Antimalarico a base di idrossiclorochina e clorochina, in questo caso utilizzato in combinazione con antibiotico e paracetamolo, per tenere a freno la febbre.
In questo caso l’Aifa ne ha approvato l’utilizzo, allertando però i medici su un suo possibile effetto collaterale in pazienti che soffrono di disturbi cardiaci.
Remdesivir. Antivirale utilizzato con successo per Sars ed Ebola, attualmente in test presso l’ospedale Papa Giovanni XIII di Bergamo, dopo che un paziente è guarito all’ospedale di Genova.
Terapia del sangue. Un’ulteriore strada che si sta percorrendo per arginare gli effetti della pandemia coronavirus è quella dell’utilizzo del plasma da donatori guariti. Queste persone, infatti, hanno sviluppato anticorpi contro il nuovo coronavirus che possono servire a chi è malato per combattere l’infezione. In Lombardia il San Matteo di Pavia sta già sperimentando questo trattamento. Si attendono gli esiti per valutarne l’applicazione anche ad altri territori.
Infine, è importante ribadire che queste terapie:
- Prima di essere applicate ai casi di covid-19, devono ricevere l’approvazione ufficiale da parte dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco)
- Sono soluzioni temporanee in attesa che sia realizzato un vaccino in grado di sconfiggere definitivamente questo nemico invisibile